Racconto vietnamese
Allora, seque un primo racconto di Vietnam. Il racconto scorso finisceva lunedì sera, a Phnom Penh. Martedì finalmente sono partito per il Vietnam. Un pullman per 2 ore, poi una barca al confine degli stati, fare la procedura standard, tante foglie di carta, foto, pagare, altre foglie, sempre lo stesso. Tra 20 minuti sono sull’altra barca verso Chau Doc. Un bel giro in barca tra i canali, a sinistra e destra la vita del acqua, pescatori, bambini chi giocano, donne puliscono i vestiti. Arriviamo verso le 3 a Chau Doc, salto fuori e entro la prima volta una città vietnamita. E la città, la vita e totalmente diversa: In Cambogia la vita prosegue piano piano, senza fretta. La gente si ferma tante volte, per chiaccherare, per mangiare, bere, guardare, fare niente. In Vietnam tutto è in moto, permanente, molto laborioso, molto attivo, sempre in movimento. Tra poco ho trovato un albergo, un albergo lussuoso per 12US$, col balcone, una camera molto carina. Mi levo i vestiti, doccia, e via sulle strade. Non c’e tanto per dirvi della sera, ho solo organizzato che prossima mattina presto c’è una moto pronto per me.
Giorno dopo, mercoledì, alle 5 mi sveglio e alle 5:30 esco della città colla moto verso monte Sam vicino. Voglio vedere il sorgere del sole dal questo monte Sam, il monte piu alto nella delta del Mekong, 200 qualcosa metri, ohh come grande! Vado colla moto fine alla vetta, dov’è una stazione degli militari, e qualche tempii. La strada sulla vetta è piena della gente, tanti vietnamesi vanno, corrono sù la mattina. E li mi guardano come un extraterrestre, a questo tempo, colla moto?!?! Alla vetta guardo il sorgere, mangio un baguette, bevo un “ca phe” (cafe) coi militi, scendo giu.
Dopo la discesa faccio una visita dei tempii vicini del monte Sam, non sono molto interessanti, ma uno era un po’ divertente, c’erano tanta gente chi sacrificano interi maiali grigliati, una bellavista per il vegetariano! Dopodiche comincio la mia “odyssey” (odissea?) infinita in cera del paesino di Ba Chuk, dove si dicono sia un tempio per le vittime di Pol Pot. I Khmer Rouge uccisero tutti i inabitanti del questo paesino, e si hanno fatto un tempio delle osse, come Choeng Ek a Phnom Penh, dove si puo trovare vitrine piene di teschii. Per fare una lunga storia piu breve: Ho cercato per piu di 5 ore, sempre in giro, sempre sul sole, anche ero nel paesino ma non ho trovato il tempio. Sono andato dove mai prima un altro uomo (ok un altro bianco) è andato. Prima c’erano gente chi mi guardavano in un modo strano. Dopo un po’ non mi hanno guardato cosi, perchè erano convinti che io sappia che lo faccio – chi va in giro su questi sentieri, in questa zona, dobbia sapere che lo fa – credo che loro non potessero meno sbagliati in crederlo, perchè ero completamente perso, non avevo una idea dove ero.
Beh, al fine, dopo tante ore sul sole, sono arrivato una altra volta a questo paesino, e ho chiesto la via per il tempio ancora e ancora, e finalmente lo ho trovato, un piccolo niente in mezzo di un campo di sabbia. Hmmm. Lunga cerca per una piccola copia di Choeng Ek. Chi ha visto Choeng Ek a Phnom Penh non deve andere a Chau Doc.
Esco, bevo tè coi monachi, mi sento un po’ distrutto, i braccii e la faccia bruciati del sole, la testa un po’ vertiginosa, scappo verso Chau Doc, bevo altro “sugarcane juice”. Ma il giorno non è finito, lungo la strada vedo un gruppo di giovani giocare ballavolo. Mi fermo, guardo, tra poco sono sul campo e gioco con loro. Non era bene per la scottatura, ma divertente. Dopo una oretta beviamo tè freddo insieme, loro vanno in scuola, io monto la moto e torno stanco e bruciato a Chau Doc. Lì arrivo alle 4, doccia, pausa, niente. Dopo due ore in letto esco per la cena e un giro in città.
Ma i miei giri sempre finiscono con qualcosa strana: Primo devo giocare coi i ciclo-autista “hackysac”, dove si deve giocare con un pallino, una piccola balla. Dopo nel parco al fiume trovo tanti bambini da 6 fine a 15 anni chi fanno “martial arts” (arte marziale? kung fu, karate, taek won do, etc). Per un po’ di tempo li guardo, poi voglio andare in un bar vicino, ma un ciclo-autista mi ferma, bevi con noi, qui e molto economico. Al fine siamo 6 persone, 5 autisti e me da fronte del albergo 4 stelle grande a Chau Doc, sulle sedie di plastica, e beviamo l’acquavite fatto di riso, o la la, in totale 3 litri. Torno completamente umbriaco a casa.
Il giorno dopo la mattina prendo il pullman per Saigon, il primo distretto della Ho Chi Minh City. HCMC è grande, qualche millioni di inabitanti, e come a Bangkok la Kao San Road è il centro per i backpacker, a Saigon si trova una zona piena di alberghi, ristoranti, agenzie di viaggi. Dopo una doccia esco per scoprire la vicinità. Anche dopo tutte queste volte in Asia arrivare in una citta sconosciuta sempre crea questa sensazione pungente nel stomaco, questa nervosità del primo rendez-vous (come colle ragazze).
Dopo qualche giri mi fermo nel parco vicino, guardo le famiglie, e tra poco c’erano 3 studentesse d’inglese dintorno di me e chiaccheriamo. Questi incontri succedono permanente, ci sono tanti studenti chi vogliono praticare il loro inglese. Normalmente tra 10 minuti la communicazione si ferma a causa di loro non capiscono niente, ma una delle mie studentesse era brava, e cosi parlavamo per un po’ di tempo, andiamo in un ristorante vegetariano insieme, e fissiamo un altro incontro per domani per una party del mio compleanno. Torno a casa, accendo la TV e guardo fine alle ore piccole 3 vecchi James Bond film (ma che felice sono io di non avere la TV a casa!).
Venerdì, il mio compleanno da solo in una citta strana. Non faccio tanto fine alle 2 quando mi incontro colle studentesse. Ho decido che ho voglia di gelato, cosi andiamo in una gelateria. Lì le invito al gelato, e la gente mi guarda come un pedofilo o chi sa, un grande teutone con 4 belle ragazze vietname.
Il pomeriggio vola via troppo veloce in compania delle ragazze, le devono andare alla università alle 5, cosi torno al albergo, lego un po’, ascolto musica italiana, mi preparo per una sera speciale – l’ho deciso di andare in un ristorante italiano (col vino, quindi caro!).
Arrivo a questo ristorante, lo chef mi saluta (o dio, i miei vestiti sono non veramente adatti alla occasione!). Scelgo una tavola fuori, si porta il menu – hmm ce l’ho abbastanza soldi??? perche non sono andato al ATM prima??? Lo chef passa, si chiacchia un po’, glielo dico che festeggio il mio compleanno – da solo? – si, sono in giro da solo. Cosi le camerieri erano molto amicevole e con una parlo pero tanto tempo, della sua vita, che vuole fare etc etc. Al fine decidiamo di andare il giorno dopo a Karaoke con 3 altre camerieri, yippie, finalmente vero Karaoke.
Giorno dopo Nguyên, la cameriere, ed io incontriamo e lei mi dice che non c’è posto – è sabato e tutti fanno Karaoke – peccato. Quindi noi due satiamo sulla sua moto e andiamo in un cafe piccolo, colla musica bassa, tutto un po’ scuro. Beviamo qualche cafe o spremute quando le altre chiamano – si hanno trovato un posto – cosi scappiamo via e il resto del pomeriggio si canta Karaoke. Però era un po’ imbarazzante per me, perchè le ragazze sono troppo brave, cantano veramente fantastiche, ed io … Hm in questo posto si riceve punti dopo la canzone. Loro ricevono normalmente piu di 90 punti, e io circa 80. Solo due volte mi sono riuscito 97 e 96 punti 😉
Questo giorno era il ultimo da solo, perchè domenica mattina Brigitte è arrivata e la vita normale turistica ha cominciato.